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sabato 27 settembre 2014

Leadership d’avanguardia per la gestione dello stress lavoro correlato nei servizi alla persona

Workshop di ANOSS

Il workshop è stato presentato il 15 maggio a Bologna ed è destinato a Direttori, coordinatori, medici, responsabili di nucleo, infermieri, OSS.

Una sala gremita di persone ha assistito interessatissima a questa mattinata intorno al tema della leadership socio sanitaria moderata da Nicola Pisaroni, Responsabile socio sanitario dell’Istituto Biazzi di Castelvetro (Piacenza) e Presidente ANOSS Regione Emilia Romagna.



Laura Panelli, Direttore della Casa per Anziani Città di Asti ha presentato una relazione dal titolo La gestione delle risorse umane tra limiti e sogni illustrando la sua esperienza di leadership presso questa grande realtà piemontese.

Letizia Espanoli, assistente sociale formatrice e consulente, con la sua relazione Strumenti per leadership d’avanguardia per lo staff direttivo ha richiamato l’attenzione sulle parole della leadership: ispirare (stimolare la fantasia e la creatività), dirigere (creare l’armonia del direttore d’orchestra), condurre al successo (percorrere il viaggio dal sogno alla luminosa realizzazione).


I nostri ostacoli diventano inevitabilmente il nostro trampolino.

Questo ha ribadito Letizia Espanoli, citando il noto formatore mondiale Robin Sharma.



Antonella Paolino, Responsabile del Centro Diurno Casa per Anziani Città di Asti, nella sua relazione Risultati ridenti di una esperienza reale ha raccontato il suo anno di lavoro con strumenti come lo yoga della risata e il reiki komyo… Semplici strategie per portare armonia e crescita nella squadra di lavoro.

La quotidianità all'interno dei servizi è complessa. L’utenza non solo interpella l’operatore nelle sue competenze ma spesso “lacera” parti di se stesso e della sua anima. La sofferenza dell’altro si insinua nei pensieri e richiama parti irrisolte del suo esistere. La dotazione formativa che oggi è data alle figure socio sanitarie si rivela giorno dopo giorno sempre più carente per consentire livelli di entusiasmo e motivazione alti e nel contempo garantire un “benessere” complessivo dell’operatore. La formazione della leadership oggi è una condizione necessaria per avviare nei servizi progetti permanenti per il sostegno all'Operatore. Letizia Espanoli, salutando i presenti ed invitandoli a esprimere il meglio del loro potenziale, ha richiamato alla memoria di tutti una frase importante...


Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare la legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare ampio e infinito.



Questa è vera leadership.



mercoledì 24 settembre 2014

La Porta del Paradiso

Di Mara Caminati



È venerdì, sono le quindici ho finito il mio turno e me ne vado a casa … Io posso farlo, penso, andare a casa… Molti in questa struttura non lo possono fare: è questa la loro casa. Per uscire dal mio luogo di lavoro devo passare per il centro diurno.

lunedì 22 settembre 2014

Il metodo Gentlecare

Esposizione al Primo Meeting delle Professioni Sociosanitarie di Piacenza
A cura di Riccardo Rossi

Entrare in una casa di riposo per un vecchio significa invecchiare di colpo di dieci anni. Regole, abitudini, spazi, cose, gesti consueti, intimità, piccoli livelli di autonomia spazzati via in una notte, in un giorno.
– Lorenzo Licalzi, 2005.


Con questa frase si apre l’incontro sul metodo Gentlecare. Un incontro ricco di immagini e metafore, usate per affrontare meglio un tema e un’esperienza spiazzante come la demenza; a partire da quella dello “spettacolo” dell’assistenza, in cui appare tutt’altro che in secondo piano il ruolo dei “suggeritori”, gli OSS, i “custodi” di chi richiede assistenza, dei clienti, degli anziani e delle loro famiglie. Le esigenze messe in luce non sono nuove, ma sono fondamentali: il riconoscimento di valore, l’autonomia, il diritto a una vita dotata di senso e ritmo propri, quella “micro-gentilezza” citata direttamente da una persona con demenza.

Per portare a termine questi compiti, i relatori hanno quindi approfondito l’idea delle componenti dell’assistenza come parti di una protesi, composta di persone – agenti terapeutici, programmi adatti e non infantili e spazi, a cui con grande successo “di pubblico” si è dedicato nell’ultima parte dell’incontro Enzo Angiolini, parlando di metodi di comunicazione semplici in termini di organizzazione e arredo degli spazi, che creino un ambiente misurato con chi deve usufruirne. Porre l’attenzione sul benessere e non sulla malattia: questo è il messaggio ricorrente; e per farlo viene rimarcata la necessità di coordinare e formare il personale a un lavoro in equipe che non sia vincolato a schemi gerarchici rigidi.

Copertina di Che cosa ti aspetti da me?
Di nuovo vediamo sottolineato il bisogno dell’ascolto: sia nel conoscere il passato personale e socioculturale del cliente, la sua biografia, sia nel lasciare che questi esprima le proprie preferenze e i propri desideri, e analizzando le cause di ogni comportamento per lasciare il meno possibile al caso. 

Una grande ambizione, con la consapevolezza esplicita di non poter “saltare ai risultati”: la resistenza al cambiamento c’è sempre, e anch’essa va affrontata – in caso contrario, nessun passo in avanti, grande o piccolo, è possibile.



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venerdì 19 settembre 2014

Il piano di lavoro: un "oggetto" da superare

La lezione di Coopselios
A cura di Riccardo Rossi


 




Andare “oltre il piano di lavoro”: questo l’obiettivo e l’argomento dell’incontro di cui parleremo ora. L’incontro si è tenuto la mattina del 5 Aprile al Primo Meeting delle Professioni Socio Sanitarie a Piacenza. I temi toccati sono stati molti, e i relatori hanno cominciato parlando delle necessità dell’anziano e di come queste siano cambiate nel tempo, troppo velocemente per ricevere risposta immediata e adeguata.

Si è così discusso di autobiografie o stralci autobiografici degli anziani, in un dialogo che è strumento di ascolto e di cura e in cui l’operatore diventa scriba e salvatore della storia di chi assiste. Un’idea importante, cui soggiace la forte convinzione “che ogni storia di vita sia da ricordare”, e che si possa andare oltre il “risultato visibile”, salvando ciò che altrimenti andrebbe perduto. Su questo sfondo comprendiamo l’importanza del progetto L’amore è come un albero di Dina Bonicelli, Roberta Borsari e Silvana Putzu, pubblicato a cura di Martina Busti con prefazione di Duccio Demetrio; un progetto che raccoglie, dai corteggiamenti al primo amore, dal matrimonio (non sempre frutto di una scelta) al rapporto con figli e nipoti, passando per veri e propri momenti di poesia, storie di vita di anziani “salvate” dalle curatrici.

mercoledì 17 settembre 2014

Meeting SUD- 22 ottobre

1° Meeting delle Professioni Sociosanitarie - SUD

Hotel Palace BARI 22 Ottobre 2014.


Finalmente è tutto pronto

Le aziende ci hanno sostenuto, l'organizzazione ha concluso il suo iter è possiamo finalmente presentare l'evento più importante dell'anno: 


Il 1° Meeting SUD

Presentazione e modulo per iscrizione


Clicca sull'immagine per ingrandirla

Programma


Ringraziamo le aziende sponsor che hanno reso possibile l'evento










sabato 13 settembre 2014

Talk Show Formazione - Parte 2/2



CLICCA QUI PER LEGGERE LA PRIMA PARTE DELL'ARTICOLO.


Per migliorare la motivazione non basta dare degli impulsi a stimolare con immagini, perché il problema non è la motivazione “allo slancio” ma è la quotidianità.

Infine, l’ultima affermazione è un invito a riflettere sulla necessità di innovazione. Dice che il tempo cambia le relazioni e cambia anche i giudizi sulle situazioni.


A questo punto passando alla Dottoressa Irene Bruno la domanda che è venuta spontanea, viste le sue esperienze come formatrice, è stata circa il suo atteggiamento più o meno innovativo. La Bruno raccoglie la provocazione del filosofo circa il fatto che le parole costruiscono la realtà e afferma che se non si mette significato nelle azioni formative non otterremo cambiamenti significativi. Le parole cambiano e creano, per esempio invece di dire che bisogna operare per mantenere le “capacità residue” si dovrebbe dire “capacità esistenti” per evitare la connotazione negativa della parola residuo.




Spezza poi una lancia a favore delle tecniche per attrarre e motivare nel momento formativo perché com'è noto il cervello rimane per poco tempo in atteggiamento di ascolto attivo e va facilmente in stand by. Si deve attrarre l’attenzione ed evitare che le menti vadano altrove così che le parole che vengono dette se ne vanno e non si sedimentano.
Nella pratica bisogna poi applicare le proprie conoscenze con sentimento evitando di essere meccanici per il bene di chi richiede la cura e nostro. L’anziano/disabile deve essere considerato una persona “intera” e a questo devono essere richiamati anche i vertici (direttori e coordinatori) i quali sapranno motivare i propri collaboratori se li considereranno dei professionisti capaci.

L'Avvocato Degani apre il suo intervento ricordando che per parlare di formazione ci si deve porre un punto di domanda su quale sia il contesto in cui si sta operando. Ricorda di aver ascoltato una lezione del Professor Musio (collaboratore del Professor Pessina) di cui riporta una frase:
Tutto cambia rispetto all’uso del nome.

giovedì 11 settembre 2014

Talk Show Formazione - Parte 1/2

Di Renato Dapero

UNA LINEA PER MOTIVARE E PROMUOVERE L'INTEGRAZIONE PROFESSIONALE


4 aprile 2013, Auditorium di Piacenza Expo, ore 9,30 circa.

Parte il 1° Meeting delle Professioni Sociosanitarie, la due giorni di studio e convegni che tanto ha fatto sperare e soffrire la nostra associazione. La prima manifestazione è sul tema della formazione, un Talk Show, ovvero un dibattito informale alla ricerca di una linea per motivare e promuovere integrazione professionale in un periodo di crisi con conseguente contrazione delle risorse disponibili per i servizi assistenziali.


Ho condotto questo momento di confronto con una certa emozione, sia perché era il mio impegno di apertura nella più grande e intensa  manifestazione che la nostra associazione abbia mai organizzato sia per il ruolo e la qualità culturale degli interlocutori che si trovavano a discutere.

Docenti di cattedre importanti come il Professor Adriano Pessina (Ordinario di Filosofia Morale all’Università Cattolica di Milano) e il Professor Gianpaolo Ceda (Direttore della scuola di specializzazione in geriatria dell’Università di Parma), altri esperti con posizioni di responsabilità come la dott.ssa Paola Siri (Presidente del Coordinamento del collegio IPASVI dell’Emilia Romagna) e rappresentanti di associazioni come Franco Iurlaro (ANSDIPP), Luca Degani (UNEBA) e Irene Bruno (ANASTE) tutti con esperienze di docenza universitaria o di attività formative.

Un parterre davvero ben assortito!