Per migliorare la motivazione non basta dare degli impulsi a stimolare con immagini, perché il problema non è la motivazione “allo slancio” ma è la quotidianità.
Infine, l’ultima affermazione è un invito a riflettere sulla necessità di innovazione. Dice che il tempo cambia le relazioni e cambia anche i giudizi sulle situazioni.
A questo punto passando alla Dottoressa Irene Bruno la domanda che è venuta spontanea, viste le sue esperienze come formatrice, è stata circa il suo atteggiamento più o meno innovativo. La Bruno raccoglie la provocazione del filosofo circa il fatto che le parole costruiscono la realtà e afferma che se non si mette significato nelle azioni formative non otterremo cambiamenti significativi. Le parole cambiano e creano, per esempio invece di dire che bisogna operare per mantenere le “capacità residue” si dovrebbe dire “capacità esistenti” per evitare la connotazione negativa della parola residuo.
Spezza poi una lancia a favore delle tecniche
per attrarre e motivare nel momento formativo
perché com'è noto il cervello rimane per poco
tempo in atteggiamento di ascolto attivo e va facilmente
in stand by. Si deve attrarre l’attenzione ed
evitare che le menti vadano altrove così che
le parole che vengono dette se ne vanno e non si
sedimentano.
Nella pratica bisogna poi applicare
le proprie conoscenze con sentimento evitando di
essere meccanici per il bene di chi richiede la cura
e nostro. L’anziano/disabile deve essere considerato
una persona “intera” e a questo devono essere
richiamati anche i vertici (direttori e coordinatori) i
quali sapranno motivare i propri collaboratori se li
considereranno dei professionisti capaci.
L'Avvocato Degani apre il suo intervento ricordando
che per parlare di formazione ci si deve porre
un punto di domanda su quale sia il contesto in cui
si sta operando. Ricorda di aver ascoltato una lezione
del Professor Musio (collaboratore del Professor Pessina)
di cui riporta una frase:
Tutto cambia rispetto all’uso del nome.
Tutto cambia rispetto al nome
che diamo alle persone e a noi stessi e rispetto anche
al contesto. La sensazione che si ha a volte, è
che tutto si configuri come un elemento della sanità
italiana.
Ma noi ci classifichiamo come sociali
o sociosanitari.
Personalmente ritengo che la componente tutela della salute è una componente accessoria. Mi sento di essere diverso dalla sanità e non ne accetto gli stessi standard formativi.
Sottolinea
che la dimensione sociosanitaria è diversa,
che non c’è una dimensione unitaria nazionale ma
c’è un principio di sussidiarietà territoriale per cui
si deve adeguare l’intervento rispetto alla dimensione
della relazione e del territorio, del tipo di
bisogno e di come il bisogno è espresso. Ma ci si
potrebbe convincere di una visione pervasiva della
sanità riflettendo su quello che sono i percorsi
di vita e in particolare la lunghezza della vita con
i relativi periodi di non autosufficienza e su quanto
la non autosufficienza oggi sia parte del nostro
percorso di vita, del nostro personale percorso di
vita.
Si deve riflettere su quanto il fondo sanitario
nazionale italiano debba adeguarsi così da passare
da una visione ospedalocentrica e soprattutto
dalla presa in carico dell'acuzie a una visione in cui
la qualità della vita sulla cui base uno accetta di
pagare le tasse e finanziare il sistema.
Viene posta in evidenza la necessità di compiere
una rivisitazione della nostra professione e la necessità
di formare le diverse professioni nell'ottica
di una ridefinizione dei percorsi di qualità di vita
delle persone per le quali la distinzione tra sanità,
sociosanitario, e sociale è assai flebile.
Si evidenzia l’importanza di distinguere tra paziente
e persona ma non solo da un punto di vista
emotivo/filosofico ma anche in una dimensione
squisitamente economica. Sul fatto economico
pone in risalto la problematica derivante dal fatto
che il mondo dei servizi sociosanitari vive di finanza
derivata da fiscalità.
- Un problema è che la fiscalità è basata sulla capacità di spesa (IVA) e la capacità di produrre (IRAP) e a nessuno sfugge quanto possano essere in crescita queste tipologie di risorse!
- L’altro è che comunque la fiscalità si basa sulla volontà di una persona di accettare di pagare e di non essere evasivo e, in merito, introduce il dubbio su quanto uno possa accettare se non percepisce un aumento della qualità della propria vita.
Al Professor Franco Iurlaro, considerata la sua esperienza di formatore e anche
di direttore di struttura, viene posto un questito riguardo l’impegno dei direttori
nella formazione all'interno delle strutture che dirigono.
Esordisce dicendo che prima di diventare
direttore aveva fatto l’animatore e che voleva farlo
per sempre, così diventando direttore ha creato
una prima contraddizione; poi affacciatosi al mondo
universitario invece di parlare di sociosanitario
ha accettato un incarico di insegnamento di economia
delle pubbliche amministrazioni ed ecco la
seconda contraddizione. Ma alla fine queste contraddizioni
che mostrano diverse identità aiutano
quanto meno a porsi continuamente delle domande.
Per cui
Essere aziendalista/economista aiuta a dare una certa concretezza e razionalità al mio agire mentre la parte animatore mi rende invece più piacevole l’approccio all'esperienza.
Ricorda
infine nella sua presentazione che venendo dal
Friuli Venezia Giulia ha una grande esperienza di
gestione in regime di risorse scarse perché quella
regione in quanto ai servizi sociali ha sempre avuto
risorse scarse.
Dice che, nel tempo, è stato necessario imparare
a ragionare su cosa vuol dire operare con risorse
scarse anche nell'ambito formativo.
Venendo al
tema proposto afferma che il direttore in un sistema
a risorse scarse deve contare su due aspetti: il
capitale sociale che è capace di avere e far avere
a chi lavora con lui e alla sua struttura con la rete
che le sta attorno e, soprattutto, il capitale umano.
Cioè tutti quelli che lavorano e che devono essere valutati e considerati nell'ambito di quello che
complessivamente sono e racchiudono nello scrigno
delle loro conoscenze, competenze, abilità e
anche emozioni.
Fare formazione all'interno della struttura vuol
dire fare autoformazione cioè interrogarsi continuamente
su quali sono i passaggi necessari per
affrontare i problemi, possibilmente lavorando
assieme per arrivare a capire come innovare. Afferma
che bisogna tener conto del fatto che tutto
cambia e che cambiano anche gli operatori che
sono afflitti da stanchezza, da problemi fisici e altro
e che richiedo rapidi interventi. La via che suggerisce
è che bisogna costruire il lavoro in gruppo
che il direttore deve decidere con la collaborazione
di un gruppo coeso con cui è possibile fare dei
passi avanti assieme.
La soluzione dunque può venire
solo dall'interno, nel capitale di cui si dispone.
Questo per quanto riguarda l’impegno interno per
il direttore che invece nelle attività all’esterno può
trovare altri metodi per fare formazione in maniera
innovativa in tempi di risorse scarse. Rappresenta
l’esistenza della rete associativa come una
delle opzioni su cui basarsi per la circolazione delle
buone prassi che sono assolutamente vivacizzanti
perché permettono di capire che altri con un altro
punto di vista hanno affrontato e risolto un problema.
Concludendo, in sintesi, la risposta di Iurlaro
alla domanda di cosa fa un direttore per la formazione
è che nel micro si deve utilizzare al meglio le
potenzialità del nostro capitale e all’esterno la rete
di relazione e le buone prassi.
Con l’intervento di Franco Iurlaro si è conclusa la
prima parte del dibattito in cui sono state poste
in evidenza posizioni diverse sul tema della formazione
negli anni di “vacche magre”. Sono state
affermate idee e proposte sia sui temi più rilevanti
che richiedono attenzione da parte dei formatori
sia sui metodi di pratica realizzazione dei momenti
attuativi.
VISITA LA PAGINA CONTENUTI ONLINE PER LE RECENSIONI, GLI ARTICOLI E GLI APPROFONDIMENTI DELLA RIVISTA ANOSS MAGAZINE DA LEGGERE DIRETTAMENTE SUL WEB.
VISITA LA PAGINA CONTENUTI ONLINE PER LE RECENSIONI, GLI ARTICOLI E GLI APPROFONDIMENTI DELLA RIVISTA ANOSS MAGAZINE DA LEGGERE DIRETTAMENTE SUL WEB.
Nessun commento:
Posta un commento