ANOSS Magazine NEWS

La news letter viene aggiornata aperiodicamente - ANOSS Magazine: Copertine | Editoriali | Estratti

domenica 12 ottobre 2014

“La filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale il mondo rimane tale e quale" - Parte 1/2

Di Giulia Dapero


Il Filosofo di Rembrandt.

È per scardinare le fondamenta di questo tanto simpatico quanto vacuo luogo comune che mi propongo di scrivere alcune righe in sostegno di questa disciplina, che è da pochi così tanto amata, e da molti così poco conosciuta. Tenendo presente che quasi ogni filosofo, fin dai tempi più antichi, si è interrogato sulla funzione della propria attività e ha cercato di darne una personale definizione, il mio obiettivo è qui quello di proporre la mia modesta e personale visione sul valore e l’essenza della filosofia, per cercare di chiarirne l’utilità, anche relativamente alle attività di cura che a noi qui interessano. Per prima cosa, quindi, partirei dalle domande più basilari e comuni: chi è il filosofo? In cosa consiste concretamente la sua attività quotidiana? A mio parere, quando si ricevono domande come queste è come se ci si trovasse di fronte ad un bivio. Ovvero, si ha la possibilità di scegliere una strada piuttosto che un’altra per arrivare alla risposta, ma una di queste due strade è piena di insidie e conduce ad una visione non propriamente positiva del ruolo del filosofo nella società umana. Sfortunatamente, questa sembra però essere anche quella più frequentemente intrapresa, come ben dimostra l’esistenza del luogo comune sopra riportato.


Nell’immaginario comune, infatti, i filosofi paiono essere studiosi eruditi che passano la maggior parte del loro tempo entro i ristretti 
confini accademici, arrovellandosi per problemi che sembrano avere scarsa attinenza con la realtà che ci circonda ed esponendo le loro soluzioni in opere tanto ben scritte quanto poco comprensibili per il pubblico. Certo, ogni tanto poi questi grandi dotti mettono anche piede fuori dalle “alte sfere della teoria” per raggiungere i talk-show televisivi e allora il loro elegante eloquio si rivolge a questioni più concrete e arriva fino alle orecchie del comune spettatore, che ascolta molto interessato quelli che sono senza alcun dubbio delle autorità in materia (quale che essa sia). In ogni caso, però, non appena la televisione si spegne, poco è rimasto del contenuto profondo di quelle parole allo spettatore, che può continuare serenamente a servirsi delle proprie comode convinzioni pregresse per affrontare la vita di ogni giorno o per fare considerazioni sulla situazione politica del proprio paese.


Ebbene, si è così capito dove conduce infine questa strada, che relega piuttosto ai margini della realtà condivisa la figura del filosofo, inteso come dotto autorevole, ma difficilmente comprensibile e non propriamente indispensabile per gli altri uomini. Tuttavia, sono certa avrete intuito che non è su questa strada che ho piacere di camminare. Torniamo quindi insieme al principio dove si apriva il bivio, e proviamo a vedere che succede se imbocchiamo l’altra via. Camminando lungo quest’altro sentiero, cominciamo a vedere i filosofi sotto una luce diversa. Non ci sembrano più uomini così ricchi d’erudizione e profondità da essere qualcosa di superiore, e dunque anche di troppo lontano, rispetto all’uomo comune.

Infatti, l’immagine del filosofo che possiamo e dobbiamo costruirci ora, è quella di un uomo che si è impegnato a riflettere su problemi di fronte ai quali si è trovato, e che lo ha fatto mettendo in dubbio e scavando particolarmente in profondità su svariate questioni, piuttosto che arrestarsi agli aspetti più superficiali e ovvi della vita. I filosofi hanno problematizzato e gettato uno sguardo critico sui più diversi aspetti della vita: si sono fatti domande sulla realtà naturale, su quella sociale e politica, sulla conoscenza, sulla verità, sulla natura dell’uomo, sul linguaggio, sull’arte, sulle relazioni umane, sui sentimenti, sulla religione, sulla scienza e persino, come già si è detto, sulla filosofia stessa. I filosofi cioè, sono quei pensatori che hanno voluto riflettere criticamente su tutti i profondi problemi della vita per impedire che questi venissero lasciati alla casualità o alla manipolazione da parte dei poteri costituiti. Dunque, i filosofi dovrebbero essere visti come maestri che sono alla pari di tutti gli altri uomini perché con questi condividono l’appartenenza alla comune specie e dunque i medesimi problemi, ma che si differenziano per il fatto di aver maggiormente approfondito l’analisi di questi.


Essi inoltre, con la loro formazione hanno acquisito gli adeguati strumenti per fare ciò al meglio, avendo potuto usufruire non solo della propria particolare sensibilità, ma avendo anche potuto studiare a fondo i pensieri di tutti i loro simili predecessori, dai più vicini nel tempo fino a risalire ai più antichi. Proprio da un famoso filosofo tra questi antichi mi piacerebbe prendere un’idea per descrivere la filosofia. Si tratta di ciò che scrive Platone a proposito dei filosofi nella sua opera intitolata Simposio. Qui egli li definisce come coloro che stanno a metà strada tra gli ignoranti ed i sapienti, assimilandoli all’Amore, che da un lato porta con sé la mancanza e dall’altro il desiderio di colmarla attraverso la ricerca dell’amato.



VISITA LA PAGINA CONTENUTI ONLINE PER LE RECENSIONI, GLI ARTICOLI E GLI APPROFONDIMENTI DELLA RIVISTA ANOSS MAGAZINE DA LEGGERE DIRETTAMENTE SUL WEB.

Nessun commento:

Posta un commento