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giovedì 7 agosto 2014

Vita da OSS

Di Gianluigi Rossetti


Ben ritrovati tutti!

Oggi parleremo di una delle cause più frequenti che vengono riscontrate nella nostra professione, ma delle quali mi sembra si parli poco, probabilmente perché una totale ammissione di queste conseguenze comporterebbe, se fosse possibile, un esercito di richieste di prepensionamenti e varie, per le quali né le strutture in prima persona, né altri enti, diciamo così, responsabili, riuscirebbero a gestire, ma tant’è. Si tratta dello Stress Da OSS, conosciuto anche come burnout, o più semplicemente come “Sindrome Della Padella”!

Le condizioni di lavoro, a dir poco vincolanti a cui siamo sottoposti sono ben note a tutti: personale sempre insufficiente rispetto ai residenti dei reparti, per quanto se facessimo questa richiesta ai responsabili della Regione, ci direbbero ciò che già sappiamo:il numero degli operatori è calcolato sul numero dei posti letto, ovvero, ad esempio nella realtà della nostra struttura, ci troviamo ad essere in due operatori nei turni mattino pomeriggio che devono seguire i venti residenti del piano in cui si opera. 




Il punto, però, non è, a modesto parere di chi ha solo la terza media, un fatto di numeri (posti letto diminuiti con conseguente numero di operatori ecc. ecc.), ma del tipo di residente e delle sue necessità, le cui esigenze e necessità cambiano completamente le carte in tavola, e i numeri finiscono “per aria”. Credo che tutti abbiano capito ciò che voglio dire, ma per essere più inequivocabili spieghiamo per esteso.

Se è vero che oggi i residenti dei reparti sono meno di parecchi anni fa, è altrettanto vero che è cambiato il residente tipo, ovvero, mentre negli anni passati su un reparto di trenta/trentacinque residenti la metà erano i gloriosi e ormai inesistenti autosufficienti, oggi, vuoi per effetto del badantato, vuoi perché una retta di struttura non sono poche centinaia di euro, ma praticamente l’ammontare di uno stipendio (circa) di chi lavora, vuoi, infine, per un nuovo modo di pensare la persona anziana in società e in famiglia, e quindi, fin quando è possibile mantenerli nella propria realtà famigliare e sociale, colui o colei che entra oggi in struttura si è ridotto ad essere appartenente a solo due realtà ben distinte: Alzheimer e allettati più o meno permanenti. Naturalmente, anche se in numero molto minore ci capita ancora qualche non autosufficiente con cui però si può allacciare, diciamo così, un dialogo, semplicemente perché la salute mentale del soggetto non è stata compromessa dalla malattia, con ciò sono sempre persone che hanno bisogno di essere seguite nelle loro necessità ed esigenze, che non sono poche, come si può immaginare.


La realtà tipo di un reparto di struttura che viviamo oggi come OSS (e non solo) è più o meno la seguente: i venti residenti sono composti da soggetti con Alzheimer piu’ o meno conclamato, allettati permanenti e allettati che vengono mobilizzati due volte al giorno, tra questi, da parecchi anni, i “nuovi arrivati”: i portatori di PEG. Come ben sappiamo non sono per nulla realtà facili da gestire,
e soprattutto, per coloro che ancora riescono ad avere contatti con gli altri, far convivere. Ecco, due OSS per turno che devono gestire un così vasto e complicato mare di necessità ed esigenze e priorità varie, equivalgono a due pompieri che devono cercare di spegnere un vulcano.


Capiamo che, dover affrontare in queste condizioni, sei giorni su sette, una simile realtà, è veramente una lotta, prima di tutto con sé stessi, perché si tratta di resistere, di metterci sempre il massimo, di sapere anche gestire il proprio turno insieme alla collega, sulla base delle priorità o altro che si presentano quel giorno, sperando che i residenti siano in una fase quantomeno tranquilla. Ma spesso ti capita che si apra la porta dell’ascensore e vieni accolto da grida di guerra che arrivano da ogni angolo del reparto, ecco, già solamente questo, saremo buoni, fa un 30% di Stress Da OSS, perché già sai che arrivare alla fine del turno, ancora una volta, e come sempre,richiederà un autocontrollo e un non farsi prendere dallo sconforto in percentuali per nulla indifferenti!


Si fa presto a dire OSS... Alla prossima!

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