È importante che operatori e servizi
imparino professionalmente ad incantare
i pazienti con quella seduzione affettiva e
professionale che costruisce dentro il paziente.
I sentimenti infatti hanno, come
il flauto magico di Hamelin, sempre nel
bene e nel male, il loro canto seduttivo a
cui a lungo andare nessuno può resistere.
G. Braidi, Affetti e relazioni nel lavoro
d’assistenza.
Fare il lavoro di cura è come fare una buona
torta: non basta avere una buona ricetta,
ci vogliono materie prime di qualità, attrezzature
adatte, ma ancora non basta. Ci
vuole anche occhio e la capacità di valutare
le situazioni contingenti: clima, tempi,
energia, attenzione, destrezza, tocco personale.
Per questo fare una torta è sempre
un po’ una magia! Così è anche per il
lavoro di cura: non bastano procedure e
protocolli, schemi o scale di valutazione.
Il valore aggiunto lo fa il lavoro di squadra
che dà vita a sinergie positive.
In campo artistico la creatività diffusa si
esprime nelle opere collettive, metafora
efficace del lavoro di équipe.
Nelle opere collettive, infatti, ciò che conta
è il risultato finale a cui tutti partecipano,
mettendo ciascuno in coro una parte
di sé. Come in un coro ciascuna voce perde
la propria individualità per fondersi in
una voce di insieme, così anche nelle opere
d’arte collettive l’individualità si supera nella suggestione del risultato finale.
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La realizzazione del feltro. |
Si tratta di una performance collettiva finalizzata
alla realizzazione di un arazzo in
feltro. I partecipanti avranno l’opportunità
di scoprire le potenzialità delle mani come
elemento creativo e parallelamente di riflettere
sulla centralità delle mani come
strumenti di cura. Lavorare in equipe multi
disciplinare implica sempre un grande
lavoro collettivo in cui tutti i professionisti
“ci mettono le mani”. La performance Attivarte
si pone l’obiettivo di sperimentare
in concreto cosa significa lavorare insieme
per realizzare un prodotto artistico, come
paradigma del lavoro di assistenza.
La lana come la creta sono materiali naturali
e antichi da sempre utilizzati dall'uomo
fin dall'epoca preistorica, che coinvolgono
in modo completo la gestualità
della mano . La lana è materiale morbido
e caldo che invoglia alla manipolazione,
trasmette sensazioni di piacere e di rilassamento,
rafforza l’affettività e il rapporto
interpersonale.
Fare feltro è un processo di trasformazione
che nel nostro immaginario si collega
al mondo simbolico e magico dove le cose
cambiano forma e significato.
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L'opera compiuta. |
Quando
si inizia a feltrare non si sa cosa davvero
uscirà dalla nostra creazione perché anche
gli elementi naturali devono fare la
loro parte. Feltrare ci aiuta a riconnetterci
con la natura a recuperare il rapporto
con le nostre radici antiche. Fare il feltro
è alla portata di tutti. È solo questione di
“gestualità”. I gesti vengono spontanei appartengono
alla nostra memoria ancestrale.
Fare feltro predispone ad uno stato di
benessere, scaricando le energie negative
e le tensioni. Le attrici principali sono “le
mani” con tutte le implicazioni senso-motorie
ad esse collegate.
Il lavoro di cura è in primis un lavoro di
manipolazione, dove il corpo dell’altro si
affida alle mani dell’operatore. Le mani
sono al centro del nostro lavoro come elemento
ambivalente che può dare ausilio
ma anche togliere autonomia. Il linguaggio
delle mani e del corpo ci aiuta a rafforzare
le nostre capacità comunicative
ed affettive. Una carezza, un abbraccio, un
bacio più delle parole riescono a trasmettere
agio e accoglienza. Nelle nostre mani
e nel nostro cuore sta la chiave di qualunque
intervento terapeutico e riabilitativo.
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