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venerdì 12 luglio 2013

Coord. di nucleo


Ho accettato con piacere l’invito al seminario “le competenze del coordinatore di nucleo – I risultati del progetto LLP LDV IDECO”

Il seminario si e svolto il 10 luglio 2013 nella sede di Legocoop Reggio Emilia.

Con questo progetto IDECO si parla una lingua europea anche nel nostro settore. Finalmente, non per una generica esterofilia, ma per l’enorme potenziale di miglioramento che si può attivare attraverso lo studio delle soluzioni adottate da altri sistemi organizzativi e il confronto costruttivo che ne può derivare.
Ma andiamo con ordine e prima di tutto cerchiamo di informarci meglio su cosa sia IDECO È un progetto che porta un sottotitolo esplicativo:  - Improving transparency for Department Coordinators in long term care facilities
Tradotto significa: IDECO - Migliorare la trasparenza per i Coordinatori di Reparto in strutture di assistenza a lungo termine.
È un progetto che mira a qualificare il Coordinatore di Nucleo delle strutture socio assistenziali e a definire il profilo professionale di questa figura di Middle Management. Inutile dire quanto ciò sia coerente con la filosofia della nostra associazione che da anni realizza costantemente convegni sul tema del middle management e ha anche realizzato nel 2012 un corso di aggiornamento.
Interessante rilevare che il progetto per l’Italia è stato portato avanti da Kairos da UPIPA, ARET e Anziani e non solo (Cooperativa che opera nell'innovazione sociale). Interessante perché si vede la contestuale partecipazione di un ente di formazione e d’altro canto di organizzazioni a cui fanno capo enti addetti alla produzione oltre a una cooperativa emiliana attiva nella progettazione e sperimentazione. Un bell'assortimento per una partnership produttiva.

CONTINUA A LEGGERE: Interventi di Fabrizio Montanari, Giorgio Brunello, Giuseppe Paxia, Loredana Ligabue, Federico Boccaletti e Licia Boccaletti.


Ultimo punto, ricavato dal volantino di presentazione di IDECO è che il progetto si realizza attraverso lo studio del modello tedesco con l’obiettivo, attraverso l’adattamento alla nostra realtà, non solo di definire finalmente la figura professionale, ma anche dare una formulazione chiara del relativo percorso formativo. Mi sono sentito a casa! È molto che vorrei vedere passi avanti su questo fronte perché sono convinto da anni che il coordinatore di nucleo ( es. la RAA dell’Emilia Romagna) è una figura chiave nelle nostre strutture. Come, del resto, in ogni tipo di organizzazione, infatti, cambiando nome e caratteristiche formative specifiche tutte le aziende qualunque sia il loro prodotto o servizio poggiano la loro efficienza sull'efficienza del responsabile intermedio che è una figura che non solo deve esistere ma deve essere formata in modo specifico e sostenuta in tutto il suo cammino perché, come abbiamo espresso più volte come ANOSS “Il capo intermedio vive perennemente una doppia esposizione, verso l’alto e verso il basso, e ciò lo sottopone a uno stress profondo su cui è possibile intervenire solo con la formazione”.



Ha aperto i lavori Fabrizio Montanari – direttore del Consorzio 45 -  Il suo intervento di apertura ha centrato la questione dell’importanza della figura intermedia con la sottolineatura che la produzione dei sevizi sociosanitari è basata quasi esclusivamente sul personale e quindi anche per una corretta gestione e controllo dei costi il management intermedio è di fondamentale importanza.






Giorgio Brunello – Responsabile di Kairòs S.p.a. –  ha fatto una presentazione delle funzioni della società di consulenza e formazione Kairòs e degli scopi del progetto partendo da una rapida analisi della figura del Coordinatore di Nucleo. In passato, un buon coordinatore era semplicemente un tecnico coinvolto nei servizi specifici previsti dall'istituto  Oggi tematiche sempre più all'ordine del giorno quali “qualità della vita negli istituti che erogano servizi alla persona” o “prospettive di vita per i residenti all'interno degli istituti” richiedono un approccio differente e una differente preparazione. Competenze acquisite in contesti non formali ed informali possono essere molto importanti e di conseguenza dovrebbero essere adeguatamente riconosciute. Il progetto di cui si parlerà oggi si ripropone di calare nel contesto territoriale italiano, molto complesso e  variegato l’esperienza della Germania, dandole però una chiara prospettiva europea utilizzando la metodologia ECVET come sistema in grado di agevolare il trasferimento e di gettare le basi per un riconoscimento della figura a livello europeo.
Ha ricordato in conclusione che il progetto è finanziato dalla UE insieme ad altri progetti in diversi settori nell’ambito del  programma di apprendimento permanente dell'UE (LLP)



Giuseppe Paxia  -  Psicologo del lavoro  -  svolge una compiuta descrizione del progetto che definisce “Progetto di trasferimento di innovazione” che è cominciato con la ricerca di quale fosse l’ambito nazionale in cui il modello conteneva un Coordinatore di Nucleo meglio definito. La scelta è caduta sulla Germania e il progetto tende a verificare la possibilità di trasferirlo in Italia. Le difficoltà sono molteplici a partire dal fatto che in Italia ci sono definizioni diverse, contratti diversi e competenze diverse derivanti anche da livelli diversi di formazione. Un ostacolo importante è che il modello tedesco prevede che il coordinatore di nucleo sia un infermiere con competenza specifica geriatrica; in Italia non c’è la specializzazione in geriatria per gli infermieri e inoltre lascia fuori i “non infermieri” in Iytalia non è possibile perché significherebbe escludere gran parte di chi iol lavoro di responsabile intermedio lo ha già fatto. Ma stando sulle generali si deve ricordare che l’obiettivo generale del progetto, finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del Lifelong Learning Programme, programma settoriale Leonardo da Vinci TOI (Transfer Of Innovation), è riuscire a dare maggior trasparenza alla qualifica professionale del coordinatore di reparto e di nucleo nelle residenze per anziani ed ottenere un suo riconoscimento a livello normativo.
Per riuscire a realizzare questo importante obiettivo è necessario procedere per tappe intermedie cogliendo di volta in volta obiettivi specifici:
      raggiungere un accordo sulla definizione della figura professionale target del progetto e sulla sua denominazione in quanto nelle diverse regioni europee coinvolte la medesima figura professionale è chiamata in modi differenti e non vi è una perfetta coincidenza nelle mansioni;
      comprendere lo stato dell’arte dei percorsi non formali e informali che contribuiscono nei vari paesi a formare la figura professionale target e mettere a confronto le diverse realtà con la buona pratica tedesca comprendere quali sono i blocchi e le mancanze di carattere normativo, sociale e culturale che hanno impedito fino ad oggi che la figura del coordinatore di reparto venisse riconosciuta ufficialmente;
      tradurre il modello tedesco nel linguaggio ECVET rendendolo facilmente trasferibile a diversi contesti;


 (questo dovrebbe consentire di trovare un ponte tra le regioni italiane)
      testare il modello formativo tedesco in due regioni italiane pilota;
      rilevare le difficoltà derivanti dall'implementazione del modello tedesco al contesto italiano individuando le soluzioni per adottarlo e renderlo sulla base dell'esperienza acquisita trasferibile a contesti molto diversificati tra loro;
      promuovere nel miglior modo possibile il progetto, non solo con il fine di disseminarne e pubblicizzarne i risultati, ma con quello di attivare sul tema trattato policy makers in grado di incidere a livello normativo per il riconoscimento della figura target del progetto e per una miglior definizione del percorso formativo prevista per i coordinatori di reparto;

      giungere ad accordi ECVET per il riconoscimento della figura target a livello internazionale su basi comuni.



 Ha preso poi la parola Loredana Ligabue  -  Anziani e non solo -  con una relazione dal titolo: “Il Coordinatore di nucleo nei Paesi e nelle Regioni Partner di IDECO” che pone subito l’accento su due questioni determinanti per la qualità del servizio che sono


       L’integrazione sociosanitaria
       E la centralità della persona con possibilità di scelta dell’interessato



Il punto da cui bisogna partire è il Profilo professionale e formativo tedesco del coordinatore di nucleo.
I suoi prerequisiti per la professione sono
  1. La formazione triennale come infermiere geriatrico
  2. Almeno due anni di esperienza
  3. Una formazione aggiuntiva specifica di 460 ore,
  4. 6 mesi di esperienza professionale «in prova»
Nel profilo professionale si comprendono:
  • mansioni di coordinamento socio-sanitario (definizione dei bisogni assistenziali e protocolli operativi)
  • ma anche di gestione e organizzazione del personale e del reparto nel suo complesso
Il coordinatore di nucleo è subordinato nell'organigramma al coordinatore infermieristico.

Interessante poi la formazione del Coordinatore di nucleo in Germania che lo pongono ad un livello di conoscenze di carattere generale e specifiche molto elevato.
Ecco l’elenco degli elementi che costituiscono la sua formazione:
  • Scienze infermieristiche e ricerca infermieristica (include il case management e il care planning)
  • Comunicazione, orientamento e counselling (tecniche di comunicazione, di negoziazione, tutoraggio degli studenti, riflessione sul ruolo e il contesto professionale)
  • Prevenzione, riabilitazione, promozione della salute
  • . Principi legali ed economici (normativa sociale, penale, della professione infermieristica, norme sulla responsabilità, principi di economia della salute e di finanziamento del sistema socio-sanitario)
  • Leadership (stili di leadership, motivazione, delega, organizzazione del lavoro e dei turni)
  • Coordinamento e qualità (strumenti e metodi di gestione della qualità, risk management, project  management, ISO:9001, principi di amministrazione e contabilità, bilancio economico)
  • Gestione delle risorse umane (norme sulla protezione del lavoro, contratti di lavoro, appalti pubblici, stress, burnout, molestie sul lavoro)

La presentazione della Loredana Ligabue ha posto in evidenza la situazione di altri due paesi 

Si tratta della Romania e della Francia messe, alla fine, in relazione con l’Italia. In Italia si registrano situazioni molto diverse da Regione a Regione. In realtà, di fatto, esiste quasi ovunque il ruolo di Coordinatore di nucleo ma con caratteristiche variabili e relative differenti caratteristiche formative. La durata dei percorsi formativi,
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infatti va da un minimo di 40 a un massimo di 400 ore e per di più, di norma si tratta di formazione non obbligatoria per lo svolgimento del ruolo. Anche i requisiti di partecipazione variano: in molti casi è esplicitamente richiesta una precedente qualifica in ambito assistenziale (ADB o OSS) 




In Toscana e in Trentino il profilo professionale del coordinatore di nucleo e la sua formazione non sono standardizzati ma – operativamente – esistono.


Nell'ambito del progetto IDECO sono state realizzate interviste a operatori che svolgono questo ruolo e a direttori di struttura nelle due Regioni, per ricostruirne caratteristiche e mansioni.
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ATTIVITA’ COMUNI SVOLTE:

E’ elemento di connessione tra il direttore e gli operatori socio-sanitari. In alcuni casi, si relaziona con una figura di gestione intermedia, come quella del coordinatore delle attività di cura. Infatti, secondo la struttura organizzativa di ciascuna casa di cura, lui/lei può avere un ruolo molto operativo, diventando fondamentalmente un punto di contatto tra la direzione e il team degli operatori oppure ad un livello più alto, ricoprendo un ruolo di gestione in stretta collaborazione con il direttore generale o il direttore. Ha relazioni rilevanti con il direttore, con gli utenti, i loro familiari, i volontari e tutti i professionisti che lavorano nella struttura di assistenza residenziale sia nel settore sanitario sia in quella dell’assistenza sociale. Ha la responsabilità di organizzare le attività di assistenza all'interno del reparto, supportando la gestione delle risorse umane, coordinando il team responsabile dell’assistenza, instaurando relazioni tra la direzione e lo staff di assistenza e implementando i programmi di cura individuali. 

FORMAZIONE ED ESPERIENZE
In Toscana e in Trentino Il coordinatore di nucleo deve generalmente possedere una qualifica nel settore dell’assistenza (i.e. OSA, OSS o simili) ed è generalmente richiesta una passata esperienza come operatore assistenziale e a volte una formazione specifica.

CONOSCENZE E COMPETENZE DI BASE EMERSE DALLE INTERVISTE
•La strutturazione dei servizi e la loro organizzazione, nello specifico: gestione delle risorse materiali e umane, definizione delle modalità attraverso i quali i servizi sono forniti, gestione dei turni e uso di Excel; utilizzo dei software di gestione (informatizzazione dei percorsi informativi)
•problem solving, comunicazione, relazione e gestione del team
•fare rete e integrazione con gli altri servizi di comunità
•le caratteristiche dei principali tipi di beneficiari

C'è una conclusione della relatrice che mi sento pienamente di condividere. abbiamo una grande risorsa e cioè la competenza e la professionalità acquisita dalle nostre RAA. C'è da domandarsi se è giusto che continuino a fare troppe attività di gestione del minutaggio e se devono o non devono avere competenze infermieristiche, se devono migliorarsi nelle tecniche di gestione dei conflitti e nelle capacità relazionali. queste le indicazioni fondamentali per definire la pista di lavoro tesa al miglioramento



Partendo proprio dalla conclusione dell’intervento precedente prende avvio la relazione  intitolata “Le competenze tecniche e trasversali del Coordinatore di nucleo. Esiti della sperimentazione IDECO”. La relazione è curata da Ferderico Boccaletti  - Anziani e non solo .

Inizia ricordando che  che in Germania 10 anni fa  hanno fatto la scelta dell'assicurazione obbligatoria sulla non autosufficienza e questo è uno dei motivi che li pone in una posizione avvantaggiata anche se loro per la verità ci invidiano la figura dell'OSS. Hanno fatto una ristrutturazione Top/down a differenza nostra.


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Descrive il gruppo di riferimento costituito da  28 Operatori suddiviso in 2 gruppi (Toscana e Trentino). Il gruppo costituito da Infermieri coordinatori (con e senza formazione specifica) e OSS coordinatori (con e senza formazione specifica) in Toscana. Da OSS coordinatori in Trentino.
Rilevati diversi modelli organizzativi (coordinamento dell'intero servizio socio-sanitario-alberghiero o coordinamento di parti di esso / presenza anche in turno o esclusiva funzione di coordinamento)

Gli strumenti utilizzati vanno dal questionario di autovalutazione ad altri strumenti come la raccolta casi e role playng e Big five questionnaire.

Lo Scopo è quello di validare il modello di competenze, verificare quali competenze tecniche e trasversali vengono effettivamente agite nel lavoro del coordinatore di nucleo e verificare i fabbisogni formativi nell'autovalutazione degli operatori.

Le competenze tecniche più frequentemente considerate mancanti:
  • Applicare metodi di valutazione dei processi di cura (audit interni) - GAP >=3 per il 28% degli operatori
  • Applicare metodi di analisi dei bisogni formativi in relazione a quanto emerge dagli audit – GAP >=3 per il 25% degli operatori
  • Monitoraggio degli standard collegati alle attività assistenziali e
  • Supporto nello sviluppo di strumenti di gestione della qualità quali, ad esempio, circoli di qualità, discussioni di casi, gruppi di miglioramento – GAP >=3 per il 21% degli operatori

Mentre ci sono anche  competenze più frequentemente considerate non pertinenti:
  • Coordinamento delle attività infermieristiche del nucleo – N.P. per il 53%
  • Gestione informatizzata della turnistica – N.P. per il 42%
  • Trasmissione di informazioni su programmi di formazione interessanti ed eventi formativi – N.P. per il 35% 


Un elenco di attività mancanti
  • Gestione rifornimenti ed acquisti
  • Gestione tirocinanti, stagisti ed inserimenti lavorativi
  • Controllo rispetto alle procedure di sicurezza (81/08)
  • Controllo rispetto a normative sanitarie (NAS)
  • Smaltimento rifiuti speciali
  • Relazioni esterne / relazioni istituzionali
  • Risk management
  • Verifica delle prescrizioni degli operatori con limitazioni
  • Gestione del colloquio pre-ingresso in struttura     
  • Gestione della logistica/convivenza nel nucleo - cambi letto        
  • Individuazione dell'oss-tutor responsabile di caso 
  • compilazione scheda di valutazione degli operatori  
Nella competenze trasversali in generale si sono rilevati GAP inferiori rispetto a quelli relativi alle competenze tecniche
ü  Esprimersi con naturalezza e chiarezza, utilizzando consapevolmente il linguaggio verbale, para-verbale e  non verbale, adattandolo agli interlocutori
ü  Creare condizioni che non generino percezione di differenze
ü  Cercare una soluzione assumendo una funzione di mediatore

ü  Verificare che i requisiti necessari per l’ottimale svolgimento del servizio all’interno del nucleo siano adeguati

AREE di maggior criticità sono quelle che hanno a che fare con la leadership, coordinamento del gruppo comunicazione (anche coi parenti) e gestione dei conflitti. Ciò è confermato anche dall’analisi dei casi critici e di successo portati in aula dai partecipanti.

CONSIDERAZIONI MOLTO PROVVISORIE
      Le  strutture  organizzative :  livelli di posizionamento  gerarchico  ,ampiezza del controllo,  accorpamenti di servizi, presenza di staff,ecc.,   pesano sul set delle  competenze soprattutto quelle tecniche
      Le descrizioni formali di  partenza dei  profili    non rilevano   molte attività importanti soprattutto quelle gestionali procedurali (esempio: sicurezza, logistica, acquisti …) e di gestione del personale (esempio : tirocinanti, valutazione …)
      Le  strutture  organizzative :  livelli di posizionamento  gerarchico  ,ampiezza del controllo,  accorpamenti di servizi, presenza di staff,ecc.,   pesano sul set delle  competenze soprattutto quelle tecniche
      Le descrizioni formali di  partenza dei  profili    non rilevano   molte attività importanti soprattutto quelle gestionali procedurali (esempio: sicurezza, logistica, acquisti …) e di gestione del personale (esempio : tirocinanti, valutazione …) 


 L'ultima relazione viene svolta da Licia Boccaletti - Anziani e non solo - trattando il tema del sistema ECVET.

Si tratta di una interessante questione relativa allo strumento che consente il riconoscimento dei risultati di apprendimento ottenuti durante i periodi di mobilità. Ciò attraverso una struttura e un linguaggio comini capaci di stimolare scambi e fiducia reciproca. lo strumento è utile in caso di mobilità internazionale ma anche infr-nazionale






SCOPO DI ECVET
Trascriviamo il testo della Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio

Il sistema Europeo di Crediti per la Formazione Professionale ha lo scopo di facilitare il trasferimento, il riconoscimento e l’accumulazione di risultati dell’apprendimento verificati di individui che intendono acquisire una qualifica. Questo migliorerà in generale la comprensione dei risultati di apprendimento dei cittadini e la loro trasparenza, la mobilità transnazionale e la portabilità tra uno Stato e l’altro e – dove appropriato – anche all'interno dello stesso Stato, in un’area di apprendimento permanente senza confini e migliorerà anche la mobilità e la portabilità delle qualifiche a livello nazionale tra settori diversi dell’economia e nel mercato del lavoro. 

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Per chi è interessato ad un approfondimento: Clicca e vai alla presentazione



Alla fine si è aperto un dibattito che ha visto la partecipazione di diversi presenti




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