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martedì 2 luglio 2013

Editoriale n°1

Linea e obiettivi
di ANOSS Magazine

“Cerco sempre di fare ciò che non sono capace di fare,
per imparare come farlo”
(Pablo Picasso)

Oggi vi voglio parlare del coraggio. Ma non del coraggio degli eroi, di quelli che si consacrano con un “gesto definitivo”. Vi voglio parlare del coraggio di tutti i giorni, il coraggio che ci vuole per vivere. Per fare questo ho pensato di documentarmi su cosa di nuovo oggi si dice su questo argomento. Ho scoperto che c’è un tema di riflessione che è stato affrontato dalla filosofia contemporanea, ma non solo, non è rimasto confinato nelle aule e nelle biblioteche. C’è chi ha utilizzato la sua enorme popolarità (Vasco Rossi[1]) per lanciare al mondo dei suoi fan un messaggio che andrebbe raccolto. Viviamo in un’epoca di trasformazione, un’epoca che ha perduto i riferimenti ideali della tradizione e che sta faticando a costruirne di nuovi.

Nel testo della canzone si dice che “è stato difficile abituarsi ad una vita sola e senza di te” con riferimento evidente alla divinità. In una caduta pessimistica afferma, anzi con questa battuta esordisce, che sarebbe stato più semplice “non essere mai nato”. Ma tutto il pessimismo adombrato dalle prime parole si dissolve con il concetto successivo, potente e di grande impatto emotivo: “Invece la vita, arriva impetuosa, ed è un miracolo che ogni giorno si rinnova”. Bene, è da qui che dobbiamo partire: la vita è lastricata di problemi per tutti e figuriamoci per noi che operiamo in un ambiente difficile e poco considerato. Ma forse meglio di altri ci sentiamo perfettamente inseriti nelle vita, la vita che arriva impetuosa e si svolge tutta con una forza che tende ad essere autonoma dalla nostra volontà. Proprio per questo dobbiamo abituare la nostra mente e il nostro spirito a vivere in sintonia con la vita e accettare la grande sfida del cambiamento continuo. Non dobbiamo mai sentirci soli o circondati solo da problemi: siamo in tanti e se i problemi sono la base della nostra azione la loro soluzione è il fine della nostra fatica. Da questa nota introduttiva si può comprendere la linea che idealmente seguiremo sempre nella nostra rivista. Una linea tesa a sconfiggere il senso di solitudine o di emarginazione che a volte e forse troppo spesso colpisce gli operatori del settore sociosanitario.Questo è l’obiettivo generale che, si capisce, richiede molto coraggio, nel senso detto sopra. E noi il coraggio ce l’abbiamo voluto mettere anche lanciandoci nella realizzazione di questo nuovo periodico che è una sfida inedita per un’associazione come la nostra. In ANOSS Magazine intendiamo utilizzare tutti gli strumenti comunicativi che possano in qualche modo aiutare gli operatori a ritrovarsi e a sentirsi al centro. Per questo alterneremo sempre articoli tecnici divulgativi con altri di sapore diverso, meno direttamente legati al nostro lavoro in senso tecnico ma non per questo slegati dall’esigenza di coinvolgimento personale ed emotivo. Useremo riferimenti alle diverse forme d’arte con un peso particolare al cinema e alla letteratura e cercheremo anche un po’ di simpatia dei lettori dando un piccolo peso ad alcune rubriche di intrattenimento.
 

[1] Canzone “manifesto futurista della nuova umanità”


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