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giovedì 17 luglio 2014

Fuga per la libertà

Di Gianluigi Rossetti

Continuano i tentativi di uscire clandestinamente dall’Istituto
di un ospite che non accetta le quattro mura della sua stanza

"Volevo solo prendere due noci!”. Cosi si giustifica un ospite dell’Istituto che per motivi di privacy non possiamo nominare. Diremo soltanto che è l’ospite della stanza numero otto, terzo piano. Senza avvisare l’operatore, lo scorso pomeriggio, mentre non c’erano possibili paletti al suo ennesimo tentativo di fuga, ha preso l’ascensore, trasportandosi fino al piano R .


Immagine da un'altra "fuga per la libertà", di cui potete leggere qui.
Da li ha preso la vecchia entrata, ed è uscito percorrendo lo scivolo, presumibilmente con una certa fretta, per guadagnare tempo. Fatto questo si è diretto verso il retro dell’Istituto, alla guida del suo girello,
raggiungendo la parte alberata. Nel frattempo, all’interno, scatta l’allarme dato da un’ospite.

L’operatore, dopo una prima ricerca risultata vana ha allertato l’IP di turno, scendendo nuovamente. Una più attenta verifica nei possibili luoghi dove l’ospite si sarebbe potuto trovare, ha portato all’attenzione dell’operatore proprio la porta aperta. Ma, nonostante fosse uscito, dell’ospite nessuna presenza. Tornato in reparto, seguito dall’IP, si sono entrambi recati sul balcone. Li la loro scoperta: l’ospite, felicemente infangato, al loro richiamo, alzava in alto, come un trofeo, il sacchetto pieno di noci, per nulla preoccupato!


Via Mister Loto.
Raggiunto dall’operatore, che lo ha prontamente ma inutilmente redarguito, tornava dentro, felice ma anche sconsolato perché ancora una volta era andata buca.

Rientrato, viene cambiato e rimproverato, ma lui non si scompone: ”Sono stato fuori solo dieci minuti! Fate sempre tante storie!” Poi ha tentato di corrompere l’operatore, offrendogli alcune noci, che vengono, però, prontamente rifiutate. L’ospite stanza numero otto terzo piano non è nuovo a queste sortite, tanto che negli ambienti da lui frequentati è conosciuto col soprannome di Arsenio Lupin. Ma, mentre tutti si prodigano a riprenderlo ogni qualvolta si presenta il caso, lui non si scompone, fa ballare il girello, voltandosi ogni tanto per regalarti un sorriso beffardo, come a dire...


“La prossima volta, baby!”


Gianluigi Rossetti è un OSS di ruolo all’Isituto Biazzi di Castelvetro Piacentino. Non è nuovo ad esperienze letterarie: ha pubblicato un libro di racconti e ha intrattenuto diverse volte il pubblico con intense letture dei suoi testi. Questo è il suo primo racconto pubblicato su ANOSS Magazine.

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