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martedì 2 luglio 2013

Editoriale n°2


I contenuti e la voglia di essere originali
“La gente che dorme sotto la coperta del conformismo riposa bene, si fa le sue belle otto ore di sonno, ma fa sogni squallidi”.
(Mark Cirino, L'amore inutile)

Odio le frasi fatte. All’inizio c’è un pensiero che sostiene le parole, ma poi la struttura di quel pensiero si affievolisce fino a scomparire del tutto a volte. Così continuiamo a ripetere le parole, ormai vuote e il pensiero svanito al massimo diventa il ricordo di un pensiero, qualcosa di artificiale, di “non originale”. Già i mass media ci inducono a una forma di conformismo che sconfina a volte nell’indifferenza, cerchiamo almeno di non cadere nelle trappole del linguaggio istituzionale e di settore. Non c’è norma che a riguardo dei servizi sociosanitari non affermi, prima o poi, che “bisogna mettere l’utente al centro” e non c’è responsabile nelle istituzioni e nelle varie organizzazioni che non affermi che il lavoro sociale è di fondamentale importanza e che si deve rispetto e un plauso a quanti, con senso del dovere , di abnegazione e di rispetto verso gli uomini, compiono in silenzio ogni giorno il loro dovere…. ecc  ecc.  Male, molto male lasciarci cullare dalle parole. Bisogna fare attenzione ai contenuti e leggere tra le righe dei documenti ufficiali. Si parla di qualità del servizio e si pongono quasi sempre in evidenza soltanto standard materiali e facilmente misurabili. Non si va molto più in là dei metri quadri delle stanze o dei bagni gli ascensori ,la ampiezze degli spazi comuni, il numero degli addetti. Ma bastano per mettere al centro le persone? Si forse, rappresentano un minimo comun denominatore indispensabile. Non si può fare a meno di spazio e non si può fare a meno di operatori. Ma come facciamo a “far vivere” lo spazio?
È ora di uscire dal sonno che forse ci ha fatto riposare in compagnia di sogni sbagliati e che per anni ci hanno tenuti lontano dalla verità. La verità che il welfare state italiano è in una crisi profonda e se non si cambia qualcosa finirà per ridurre la qualità della vita. Ci siamo illusi per anni di poter camminare tre metri sopra le nuvole e adesso è difficile rendersi conto che dobbiamo “scendere”. Penso comunque che il nuovo welfare sarà una caduta solo per chi continua a credere nei sogni squallidi, quei sogni che i veri artefici del welfare ci hanno propinato a copertura della loro incapacità, che noi abbiamo accettato per vivere con una sensazione genericamente felice e che ci hanno resi più insensibile e indifferenti .
Noi non cadremo perché sappiamo che per mettere al centro coloro che hanno bisogno dei servizi dobbiamo mettere al centro anche coloro che i servizi li fanno. Non dire loro grazie e dimenticarli, non accontentarli con un aumento di stipendio dello zero virgola come in passato ma portarli a vivere la loro esperienza di lavoro come un momento di orgoglio e di bellezza. Sapendo che il lavoro di cura è quanto di più intimamente connesso alle radici profonde della nostra umanità ed è l’espressione più alta della ricchezza spirituale di ciascuno di noi.
ANOSS Magazine cercherà sempre parole di contenuto e proposta in questo senso.




[1] [1] Mark Cirino. Giovane autore Italoamericano, docente di inglese all’università di Evansville. L’amore inutile è il suo primo romanzo disponibile in edizione economica tradotto da A. Mioni  - Editore TEA collana Teadue

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